Chi lo ha detto che giocare a poker significhi solo restare seduti attorno a un tavolo oppure davanti al PC di casa propria? Anche in Italia, sono molti i giocatori che hanno trasformato la propria passione in una professione capace di portarli in giro per il mondo.
Diventare un giocatore professionista di poker consente infatti di viaggiare in lungo e in largo alla scoperta delle più belle città del pianeta Terra, tra tornei internazionali e grandi casinò. Anche i giocatori meno esperti, ma molto appassionati, possono usare il poker online come scusa per girare il mondo, zaino in spalla e gli indispensabili grafici da studiare in tasca, per perfezionare la propria strategia che è la vera chiave del successo.
L’attenzione però va, giocoforza, a chi viaggia inseguendo il proprio sogno. La meta più ambita rimane sempre la stessa un po’ per tutti: la capitale mondiale del gioco per antonomasia, Las Vegas. Una metropoli nel desertico cuore del Nevada che affascina sia i giocatori “pro” sia i semplici appassionati, che oltre ai celebri casinò vogliono visitare le molte attrattive disponibili e da vivere anche con un soggiorno di pochi giorni.
Uno dei volti più noti, tra i pokeristi tricolore sempre con la valigia pronta, è quello di Flavio Ferrari Zumbini. Il giocatore nel 2015, assieme all’amico Erion Islamay (noto per avere vinto il World Poker Tour National di Venezia nel 2014) ha iniziato un viaggio on the road che lo ha portato prima al Polo Nord e poi in Africa (assieme a un altro amico, Riccardo Lacchinelli). E ancora: una tappa…a piedi per il celeberrimo cammino di Santiago de Compostela, il ritorno al tavolo verde ovviamente a Las Vegas, e poi ancora in viaggio, stavolta verso la Mongolia. Un percorso di gioco, e di vita, reso possibile dalle vittorie ottenute ai tavoli da poker. Di quasi 300mila dollari è il bottino incassato dal giocatore romano, che oggi è impegnato anche nel mondo del poker online con le recenti presenze ai tavoli virtuali del World Poker Tour Asia Online Series.
Proprio i circuiti mondiali – il più noto è quello delle World Series Of Poker – rappresentano la via più tradizionale e sicura per chi vuole abbinare i viaggi alla passione per il gioco del poker. Le WSOP, storico circuito americano – e di Las Vegas in particolare – dal 2007 ha iniziato un percorso che mira a portare le gare lontano dagli States, sia in Europa che in Asia. Un passaggio epocale, per un torneo che ha quattro decadi di storia, iniziato 13 anni fa con l’appuntamento organizzato a Londra. Un’esperienza però molto fruttuosa visto che dal 2013 l’esperimento è stato replicato anche in Asia, con cadenza ormai annuale, attraverso le WSOP APAC, acronimo che sta per World Series of Poker Asia Pacific.
All’Asia è legato senza dubbio il nome di Carlo Gatti, conosciuto nel mondo del poker online con il suo caratteristico pseudonimo, “Aumnamashiva”. Gatti gioca a poker dall’età di 18 anni e, come tanti, ha iniziato a muovere i primi passi con il poker all’italiana a 5 carte. Ai tempi dell’università la scoperta del Texas Hold’Em è per lui folgorante, un vero amore a prima vista. Le vittoria sul web consentono a Gatti di rendere realtà il suo sogno: viaggiare e trasferirsi, almeno per un lustro, in Asia. Dalla Thailandia, dove gestiva un ristorante e una guest house anche grazie alla passione per le lingue, ha continuato a vincere online diffondendo il proprio nickname anche all’estero. Missione non difficile, almeno nei paesi a maggioranza di fedeli induisti: “Aumnamashiva” è infatti un famoso mantra, la preghiera indù, imparato durante un viaggio di sei mesi sulle montagne indiane della catena dell’Himalaya.
Ci sono poi almeno altri due nomi italiani che, seppur senza fare scelte di vita così radicali, hanno a lungo abbinato vittorie e viaggi per il mondo. Il primo nome da citare è quello di Luca Pagano: una leggenda del poker nazionale, ancora oggi al numero 11 tra i giocatori made in Italy più vincenti di tutti i tempi (il suo montepremi complessivo è di due milioni e 220 mila dollari). Lui è stato tra i principali protagonisti del poker dei primi anni Duemila, con un’intensa attività mondiale. Dopo le prime vittorie in Italia, il player originario del Veneto, ha messo la prima bandierina vittoriosa nella vicina Slovenia. Da lì, un crescendo senza fine tra un volo e l’altro: Inghilterra, Antille Olandesi e Spagna i primi paesi toccati, attorno al 2005. Qualche mese di pausa e poi ancora in viaggio, con vittorie praticamente ovunque: Usa, ovviamente, e poi Bahamas, Polonia, Germania, Repubblica Ceca, Estonia, Malta, Monte Carlo, Danimarca, Irlanda, Francia e Portogallo, una meta ambita da tanti italiani una volta raggiunta l’agognata pensione.
L’altro esempio da seguire è quello di Giacomo Fundarò, siciliano di Erice (Trapani), uno dei 27 italiani capaci di portare a casa, complessivamente, oltre un milione di euro con il poker dal vivo. Per Fundarò, oggi al 20esimo posto, il montepremi è di 1 milione e 260mila dollari, ottenuti sbancando i tavoli di una ventina di Paesi. Dopo le prime esperienze in giro per Italia, anche per il siciliano la prima uscita estera è stata in Slovenia, a Nova Gorica nel 2009, e poi nella vicina San Marino. A seguire, una vera e propria escalation: Cipro, Repubblica Dominicana, Antille Olandesi, Cipro, Irlanda, Monte Carlo, Olanda, Germania, Canada, Francia, Malta, Marocco, Bahamas, Australia, Inghilterra e Stati Uniti.
Insomma: cartina alla mano, giocare e viaggiare si può. Prima di pensare a dove andare, ci si può allenare online per pianificare così per il proprio viaggio intorno al mondo…del poker!