Quando si cerca di scegliere il miglior calciatore di sempre, i dibattiti sono sempre accesissimi. Su un punto, però, in tanti concordano: è davvero complicato, per non dire impossibile, paragonare epoche diverse nel calcio.
Lo stesso discorso vale quando si cerca scegliere le migliori squadre di tutti i tempi. Al di là delle problematiche “temporali”, sarebbe opportuno stabilire anche i criteri con cui si effettua una decisione del genere. Vittorie? Spettacolarità? Carattere? In questo articolo abbiamo scelto cinque squadre che racchiudono quante più “qualità” possibili: sono squadre che hanno vinto, tanto, hanno divertito, hanno rivoluzionato il calcio, sono state guidate da grandi campioni e allenatori. Andiamo a vedere, allora, quali sono le cinque migliori squadre di tutti i tempi.
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Il Brasile del ’70
Il terzo mondiale del Brasile arrivò nel 1970, a Città del Messico, dopo la finale vinta contro l’Italia, anzi stravinta, che è diventata il manifesto della “Canarinha”. Il Brasile è la nazionale più vincente di sempre, con quel 4-1 agli azzurri si aggiudicò anche la “Coppa Rimet”, che sarebbe andata alla prima squadra capace di portare a casa tre titoli iridati. Dal gol eccezionale di Carlos Alberto a quello spettacolare di Pelé, che con un’elevazione straordinaria sovrastò Burgnich e mise il sigillo ad una carriera da favola, la partita contro la nostra nazionale è definita da molti come una delle finali “simbolo” dei mondiali. Zagallo era il c.t. di una delle squadre più spettacolari di sempre, con in campo fuoriclasse come Tostao, Gerson, Rivelino, oltre ai due già citati Pelé e Carlos Alberto.
Il Real Madrid delle 5 Coppe dei Campioni
Cinque vittorie consecutive nella neonata Coppa dei Campioni: è questa l’impresa, mai più ripetuta, che il Real Madrid portò a termine tra il 1955 e il 1960. Era un calcio totalmente diverso da quello moderno, anche la competizione era strutturata in modo molto differente, ma la leggenda del Madrid, eletto miglior club del secolo scorso dalla Fifa, è in gran parte dovuta ai trionfi di quegli anni. Gento, l’ungherese Puskas, Kopa e il divino Di Stefano formavano un attacco letale. Il picco fu raggiunto probabilmente ad Hampden Park, a Glasgow, di fronte a quasi 130mila spettatori, nella finale dell’edizione 59-60: l’Eintracht Francoforte fu schiantato con un memorabile 7-3 con tripletta di Di Stefano e poker di Puskas.
L’Ajax di Cruijff
Quando si parla di squadre “rivoluzionarie” il primo pensiero va all’Ajax di Cruijff, cui poi l’Olanda degli anni ’70, due volte vice-campione del mondo, fu una naturale conseguenza. Con Rinus Michels in panchina, nacque il cosiddetto “calcio totale”: in campo tutti dovevano fare tutto e il genio indiscusso di Johan Cruijff era perfetto per quello stile di gioco che ha marcato un prima e un dopo nella storia del calcio. Oltre a Cruijff c’erano altri grandi campioni di caratura mondiale, uno fra tutti Neeskens, e le tre Coppe dei Campioni consecutive tra il 1971 e il 1973 restano le vittorie più belle di una squadra leggendaria.
Il Milan di Sacchi
E restiamo, allora, in tema di “rivoluzioni”. Quella che Arrigo Sacchi portò in Italia, paese del “catenaccio” fu per certi versi ancora più clamorosa: il suo Milan della seconda metà degli anni ’80 pressava alto, marcava a zona, cercava quasi ossessivamente il fuorigioco. Certo, in campo andavano fuoriclasse del calibro di Baresi, Maldini, Van Basten, Gullit, Rijkaard, ma il cambio di mentalità che il genio di Fusignano ha regalato al nostro calcio resta il suo più grande merito sportivo. Quel Milan non è stato tra le squadre con record di gol nel nostro campionato ma non sono mancate, ovviamente, le vittorie, tra cui le due Coppe dei Campioni di fila conquistate nel 1989 e il 1990. In mezzo anche uno storico 5-0 al Real Madrid, il manifesto del “sacchismo”.
Il Barcellona di Guardiola
Dal “sacchismo” al “guardiolismo” il passo è breve. Guardiola riprese i principi del “dream team” di Cruijff al Barcellona dei primi anni ’90 e li adattò al calcio moderno. Nacque il “tiki-taka”, possesso palla infinito reso possibile dalla qualità estrema di interpreti come Xavi e Iniesta a centrocampo, e che aveva come obiettivo finale innescare Leo Messi, uno dei più grandi calciatori di sempre. Che piaccia o no, quel Barcellona ha fatto la storia: tante le imprese memorabili, come il 2-6 al Bernabeu di Madrid o sei titoli conquistati nel 2009.