Champions League, ecco come sarà il nuovo format

By | 17 Febbraio 2018
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Si sta parlando tanto, negli ultimi giorni, della nuova Champions League. Dal 2024, infatti, la massima competizione continentale per club dovrebbe cambiare format: non si tratterà della Superlega agognata da diversi top club europei, su tutti la Juventus, ma la Uefa fa di certo un passo verso quella direzione. Si giocherà di più e, di conseguenza, i diritti televisivi torneranno a crescere, così come tutto l’indotto: dalle scommesse calcio alla biglietteria, i club che parteciperanno alla futura Champions avranno a disposizione un’autentica miniera d’oro.

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L’aumento delle partecipanti

Vale la pena ricordare che l’attuale format (32 squadra, fase a gironi con 8 gruppi da 4 e poi eliminazione diretta dagli ottavi in poi) è ormai consolidato visto il grande successo di pubblico e sponsorizzazioni. La squadra vincente arriva a disputare 13 partite per alzare il trofeo, match che saliranno a 17 dal 2024.

Sì, perché la prima modifica importante sarà il numero delle partecipanti alla fase a gironi: da 32 si passerà a 36 squadre. E’ ancora tutto da definire non solo il modo d’accesso di questi team (playoff? Qualificazione diretta?) ma anche la provenienza degli stessi. Le più importanti leghe europee (tra cui, ovviamente, c’è anche la Serie A), spingono per portare il numero delle proprie partecipanti da 4 a 5. Si parla peraltro della possibilità di utilizzare il Ranking storico, oppure di assegnare 4 wild-card. La posta in palio è altissima in questo senso.

Con 36 squadre ai nastri di partenza va da sé che la formula verrebbe completamente rivoluzionata. L’idea è quella di abbandonare la suddivisione in gruppi e di ideare un gruppo unico, sulla falsariga di quanto accade – ad esempio – in Nba. Ciò non vuol dire che ci saranno 35 giornate: ogni squadra disputerà invece 10 match, per dar vita poi ad una classifica globale che determini la qualificazione agli ottavi.

Ma come si determina il calendario? Il Ranking Uefa per Club, utilizzato oggi per determinare le fasce nei sorteggi delle coppe, servirebbe ugualmente nel dividere i team in 4 categorie da 9 squadre. Una squadra presente nella prima fascia, giocherebbe due volte con una della stessa categorie, tre con rappresentanti di seconda e terza fascia e altre 2 partite con avversari di quarta fascia. Cinque partite in casa e cinque in trasferta, in modo quindi da garantire un numero minimo di 5 partite in Champions League andando quasi a raddoppiare le 3 attuali. Si tratterebbe giocoforza di un’autentica rivoluzione anche “culturale”, abbandonando la formula del “girone all’italiana” ed abbracciando, appunto, un sistema di classifica più vicino a quello americano.

La qualificazione agli ottavi

Dal gruppone di 36 squadre usciranno poi le 16 partecipanti agli ottavi di finale. Alla fase successiva si qualificheranno direttamente le prime otto classificate, mentre si disputerebbe un turno ulteriore, una sorta di playoff, tra le squadre posizionate dal nono al 24esimo posto. Si sfiderebbero seguendo questi incroci: 9°-24°, 10°-23°, 11°-22° e così via. Insomma, anche in questo caso si farà a meno dei sorteggi e anche da questo punto di vista si registrerà un taglio netto col passato.

Da sottolineare, poi, che le 8 perdenti in questo turno “intermedio”, verrebbero poi retrocesse in Europa League, esattamente come accade oggi con le terze classificate nei gironi.

Come accennato in precedenza, il numero di partite necessarie a vincere il trofeo sarà pari a 17. In questo senso, si tratta di un ritorno al passato: fino a metà dello scorso decennio, la Champions League prevedeva infatti una doppia fase a gironi da 4 squadre, prima della qualificazione alla fase ad eliminazione diretta che partiva invece dai quarti di finale. La Uefa decise poi di snellire la competizione, indovinando una mossa che ha poi portato ad un successo mondiale della Champions League, presa come modello di riferimento un po’ in tutto il mondo.