Mi distraggo troppo facilmente: cosa può essere?

By | 9 Novembre 2021
distrazione

La distrazione può essere facilmente confusa con la più sentimentale testa tra le nuvole, farfalle nello stomaco che causano una momentanea sensazione di improduttività dal punto di vista professionale e lavorativo.

In realtà, però, la distrazione può diventare un vero e proprio nemico per la vita del soggetto interessato, in quanto, con una certa facilità, può trasformare quel che erano giornate impegnative e ben sfruttate in momenti sprecati.

Quando si parla di distrazione ci si riferisca alla situazione in cui il soggetto è incapace di concentrarsi su una singola attività, sia studio, lavoro, progetto o altro, per un lasso di tempo lungo. Molto spesso, sostengono alcuni studiosi, si vive in un limbo della distrazione, ossia una situazione improduttiva e priva di risultati tangibili nonostante l’impegno e le ore impiegate per poterla svolgere. Il risultato? La stanchezza proprio come se il soggetto avesse lavorato e si fosse realmente impegnato, i risultati si trovano diametralmente dall’altro lato, ossia sono assenti.

Il disturbo dell’attenzione è un sintomo che sarebbe opportuno non sottovalutare e non trascurare. Certamente, è necessario valutare attentamente e prendere coscienza della situazione in sé.

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Quali sono le cause della distrazione?

Mettendo per un attimo da parte la distrazione come conseguenza dell’innamoramento, della testa tra le nuvole e gli occhi a cuoricino, si scopre come tale sintomo sia un campanello d’allarme per la presenza di altri disturbi.

La distrazione è un meccanismo automatico della mente che si disconnette e si allontana dall’attività che sta svolgendo per correre altrove. Tra le cause vi sono un forte stress ed una stanchezza eccessiva che potrebbero provocare il momentaneo riposo di piccole aree del cervello, nonostante la persona sia vigile e sveglia.

La distrazione può rappresentare un tratto caratteriale, vale a dire che è vissuto dall’individuo come un meccanismo di difesa. Il non essere presenti a sé stessi può essere ricondotto e causato ad un forte stato di angoscia, oppressione e stress che opprime l’individuo colpito.

La distrazione cronica è un segnale della mente che avverte che si sta attraversando e vivendo un forte periodo di stress e di stanchezza. Nel momento in cui questo fenomeno diventa cronico si rischia un crollo emotivo ed un esaurimento. In altri casi, però, questo stesso fenomeno altro non è che un tratto tipico caratteriale e comportamentale del soggetto che definisce, in questo modo, il suo contatto con il mondo e con la realtà.

La distrazione cronica, in particolar modo nelle persone introverse, è un ottimo salvagente ed una perfetta via di fuga della mente che ricorre al pensiero divergente per trovare delle soluzioni creative ai problemi della quotidianità.

Ed ancora. La distrazione può essere il campanello d’allarme della sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD) nell’adulto. Si tratta di un disturbo cerebrale caratterizzato da un insieme di comportamenti che causano una costante disattenzione in grado di interferire, più o meno gravemente, con lo sviluppo e il funzionamento neurologico del soggetto colpito.

Cosa è il limbo della distrazione?

Escludendo la presenza di patologie, si potrebbe affermare che la distrazione è un’abitudine. Ciò significa che l’individuo non nasce distratto, ma lo diventa a seguito di una serie di comportamenti non corretti che diventano parte della routine quotidiana.

Il limbo della distrazione si riferisca all’incapacità di riuscire a concludere un lavoro, sia esse più o meno impegnativo, senza cadere nella trappola delle notifiche, dei social, delle chat e delle mail.

Muoversi in questo limbo, implica che il soggetto apparentemente sembri impegnarsi nell’attività che svolge, ma a ben guardare senza risultati. Eccezion fatta, per un forte senso di stanchezza legato più che altro alla nomofobia che non alla produttività in sé.

Con il termine nomofobia si suole intendere una tendenza compulsiva a prendere in mano il cellulare, proprio come se vi fosse una notifica da controllare.

Per poter uscire definitivamente dal limbo, è sufficiente cambiare le proprie abitudini personali.

Ad esempio, sarebbe consigliato evitare di controllare lo smartphone appena svegli; evitare di aprire i social poco prima di iniziare l’attività professionale o comunque un lavoro; evitare di distrarsi per fuggire da una situazione ogni volta che la matassa diventa ingarbugliata.