Abbinamenti insoliti: i cibi che non ti aspetti da gustare con un buon calice di vino

By | 17 Maggio 2025
vari alimenti

Quando si parla di vino e cucina, l’immaginario collettivo va subito agli abbinamenti classici: un rosso con la carne, un bianco con il pesce, uno spumante con gli antipasti. Eppure, il mondo del vino è molto più ampio e versatile di quanto spesso si creda, e negli ultimi anni si è fatta largo una nuova curiosità: quella degli abbinamenti insoliti, capaci di sorprendere il palato e offrire esperienze inaspettate. Questa tendenza è alimentata anche dalla crescente attenzione dei consumatori verso la sperimentazione e l’esplorazione sensoriale. Non a caso, oggi esistono piattaforme dedicate interamente al vino e alle sue infinite declinazioni (al riguardo segnaliamo le notizie sul vino di Winemeridian, uno dei magazine più noti nel mondo online), risorse preziose sia per chi opera nel settore sia per chi vuole semplicemente lasciarsi guidare tra aromi e accostamenti fuori dal comune.

Uno dei connubi meno intuitivi ma sempre più apprezzati è quello tra vino e cucina asiatica. Se un tempo si pensava che solo la birra potesse accompagnare i piatti speziati o agrodolci, oggi molti esperti consigliano, ad esempio, un Gewürztraminer o un Riesling per esaltare i sapori della cucina thailandese o vietnamita. L’equilibrio tra dolcezza residua, freschezza e aromaticità si sposa perfettamente con piatti a base di zenzero, lemongrass e curry delicati. Anche con il sushi, un bianco secco ma strutturato, come un Verdicchio o un Fiano, può rivelarsi una scelta vincente.

Altro abbinamento poco convenzionale ma estremamente interessante è quello tra vino e street food. Panini gourmet, hamburger, fritti misti, cibo da passeggio e cucine di strada internazionali si prestano a giochi di contrasto e armonia. Un rosso giovane e beverino come una Barbera può accompagnare perfettamente un panino con pulled pork, mentre una bollicina metodo classico può esaltare la croccantezza di un cartoccio di fish & chips. Il principio resta quello dell’equilibrio tra grassezza, acidità e persistenza, ma declinato in chiave moderna e urbana.

Non mancano poi gli accostamenti con i formaggi freschi e fermentati più particolari. Se l’abbinamento vino e formaggio è un classico, pochi si aspettano che un bianco macerato o un orange wine possa dare il meglio di sé con una ricotta di capra affumicata o con formaggi a crosta lavata dal profilo pungente. Anche in questo caso, il gioco tra texture, sapidità e aromi secondari apre a combinazioni nuove che rompono gli schemi e ampliano l’esperienza di degustazione.

Una delle tendenze più curiose è quella dell’abbinamento tra vino e piatti vegetariani, o addirittura vegani. L’assenza di proteine animali e la maggiore presenza di componenti vegetali o speziature particolari richiedono vini capaci di sostenere la complessità aromatica senza coprirla. Con piatti a base di funghi, per esempio, un Pinot Nero può offrire eleganza e profondità. Con preparazioni a base di zucca, curry o tahina, un rosato di struttura o un bianco barricato possono essere alleati sorprendenti.

Altra frontiera dell’abbinamento è quella con la colazione o la merenda salata. Sembra assurdo pensare a un calice di vino alle dieci del mattino, ma in contesti di degustazione o di brunch evoluti capita di scoprire che un Lambrusco secco può esaltare una focaccia con prosciutto crudo, o che un vino passito, servito fresco, si sposa perfettamente con un biscotto alle mandorle e crema al limone. L’abbinamento qui gioca sulla sottile linea tra dolce e salato, tra colazione all’italiana e aperitivo anticipato.

Un altro terreno tutto da esplorare è quello tra vino e dessert non convenzionali, come dolci a base di cioccolato fondente con peperoncino, creme speziate, dolci al sale o torte con componenti affumicate. In questi casi, più che inseguire il residuo zuccherino, è utile cercare un vino dalla struttura importante e dalla componente aromatica marcata. Un Recioto della Valpolicella o un Marsala vergine possono sorprendere, così come un passito da uve aromatiche in presenza di dolci freddi alla frutta.

Dietro questa spinta verso l’abbinamento insolito c’è anche un cambiamento nel modo in cui ci si avvicina al vino. Non più oggetto da venerare o da temere per la sua complessità tecnica, ma strumento di sperimentazione quotidiana, capace di adattarsi a contesti diversi, informali, a volte perfino provocatori. L’abbinamento diventa così un gioco culturale e creativo, in cui il piacere guida la scoperta, e la tradizione lascia spazio a nuovi scenari.

Per chi vuole approfondire questo tipo di approccio, esistono siti che raccolgono consigli, rubriche, interviste e guide legate a vino, territorio e cultura del gusto. Portali in cui il vino non è solo valutazione tecnica, ma racconto, esperienza, proposta. Un punto di partenza utile sia per il curioso che per il professionista in cerca di spunti diversi.

In definitiva, abbinare il vino in modo insolito significa uscire dagli schemi, rimanendo fedeli allequilibrio sensoriale. Ogni bottiglia può suggerire un percorso, e ogni piatto può rivelare una nuova sfumatura se accostato con il calice giusto. Serve curiosità, ascolto e voglia di sperimentare. E magari lasciarsi ispirare anche da chi, ogni giorno, racconta il vino in tutte le sue forme.