Il supporto alla genitorialità in emergenza. Bonus ai genitori separati

By | 17 Maggio 2021
figli

Gli interventi economici del Governo causa Covid riguardano anche aiuti economici ai genitori separati e divorziati.

Bonus assegno mantenimento per genitori separati o divorziati

Dal momento che il Covid ha spazzato via anche le certezze acquisite con le sentenze dagli avvocati che si occupano di separazione e divorzio, sostenuto dal Parlamento, il Governo ha deciso di individuare misure economiche per garantire il regolare versamento degli assegni di mantenimento ai genitori lavoratori separati o divorziati, che in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività lavorativa.

Il Fondo previsto nel provvedimento che contiene le misure a sostegno della famiglia, è diretto al sostegno dei lavoratori separati o divorziati, per garantire il pagamento degli assegni per il mantenimento dei figli. Restano esclusi dal fondo gli assegni per l’ex coniuge riconosciuti in sede giudiziale, dopo la separazione e scioglimento del matrimonio. Ma non basta, le somme saranno garantire ed erogate con l’assegno solo fino a un massimo di 800,00€ al mese.

Per quanto la misura può essere lodevole, utile e giusta, non è esente da critiche. Infatti, da tempo avvocati e associazioni di categoria chiedono una riforma dell’assegno di mantenimento. La formula dell’Assegno entra in contrasto con i recenti orientamenti giurisprudenziali che indicano l’obbligo dei genitori di provvedere personalmente e direttamente ai bisogni dei figli. La formula dell’assegno, invece, finisce con il comportare il deterioramento del principio della bigenitorialità, perché induce il genitore obbligato all’assegno ad attribuire all’altro lo svolgimento dei propri compiti di cura verso il figlio.

Inoltre, quei genitori che hanno adottato il metodo corretto della contribuzione economica diretta dei bisogni del figlio, che non versano assegno ma che sono allo stesso modo degli altri in difficoltà economica, non hanno diritto all’accesso al Fondo e sono esclusi da qualsiasi forma di sostegno.

Non è l’unica critica che può essere rivolta alla misura. Infatti, nei casi in cui il genitore obbligato all’assegno di mantenimento nei confronti del figlio non lo abbia versato, proprio in forza delle difficoltà dovute alla pandemia o approfittando della situazione d’emergenza, si vedrà corrisposto il sostegno a danno dell’altro genitore che ha comunque nel frattempo provveduto da solo al mantenimento del figlio. Questi soggetti sono colpiti 2 volte, la prima dall’ex coniuge che non ha versato l’assegno o perché non ha voluto o perché effettivamente non ha potuto, la seconda dal Governo che non gli riconosce in alcun modo i sacrifici fatti nei confronti dei figli per averli mantenuti anche per la parte spettante all’altro genitore, nonostante la crisi economica da pandemia.

La misura di sostegno è certamente meritevole per chi la riceve e per il Governo che ha pensato a predisporla. Tuttavia, altre perplessità riguardano la distinzione tra mantenimento ordinario e spese straordinarie. L’assegno di mantenimento prevede l’erogazione economica stabilita a sostegno delle spese ordinarie per la vita del figlio. Restano fuori quelle straordinarie, che riguardano necessità che a mano a mano che il figlio diventa grande costituiranno in misura crescente la parte preponderante degli oneri per il suo mantenimento.

Gli avvocati che assistono gli ex coniugi nei casi di separazione e divorzio, però, sanno bene che uno dei momenti di maggior scontro riguarda proprio stabilire qual è l’ammontare delle spese da sostenere per la vita quotidiana previste nell’assegno di mantenimento. Sia il coniuge obbligato, sia il coniuge beneficiario hanno paura di rimanere bloccati per anni in quella che può diventare la trappola dell’assegno di mantenimento che, una volta stabilito, è difficile poi andarne a chiedere la modifica. Anche nel caso di questa misura di sostegno, le spese straordinarie sono escluse dal conteggio. Le spese sostenute per l’istruzione, i mezzi di trasporto, le attività sportive e ricreative, le vacanze; eccetera non figurano nell’assegno di mantenimento, ma sono a carico dei rispettivi genitori nella misura del 50%, per cui rispetto al soccorso statale previsto dall’emendamento è come se non esistessero.

Non a caso le principali associazioni di genitori che operano nel settore si sono già pronunciate negativamente non solo per queste criticità, ma anche perché l’emendamento consolida la modalità del mantenimento indiretto che penalizza i figli, privandoli di una parte sostanziale dei loro diritti.

Nell’ambito dei procedimenti di separazione e divorzio gli avvocati che si occupano della tutela dei figli per quanto concerne il loro mantenimento hanno studiato le misure legislative da adottare per la parziale modifica del mantenimento, per garantire l’effettiva bigenitorialità. Questa misura seppur contingente, avrebbe potuto essere l’occasione per riflettere sui punti di debolezza dell’assegno di mantenimento per i figli.