Tarologia e cartomanzia: quali sono le differenze?

By | 30 Giugno 2025
cartomante

La Tarologia non si occupa di predire il futuro, ma di accompagnare chi si affida a questo strumento in un percorso di esplorazione interiore.

Attraverso i simboli e gli archetipi presenti nei Tarocchi, il consultante può riconoscere le dinamiche inconsce che influenzano le sue scelte, individuare ostacoli nascosti e far emergere capacità e potenzialità spesso inespresse. È, in sostanza, un lavoro di consapevolezza che permette di conoscersi meglio e orientare con maggiore lucidità le proprie decisioni.

Quando si avvicina alla tarologia è possibile valutare di richiedere un consulto ad esperti di questo specifico settore.

Su piattaforme innovative e sicure come Giupiter.com, ad esempio, è possibile trovare diversi esperti di tarologia che possono fare una lettura telefonica o con una videochiamata, riuscendo ad avere un contatto diretto con degli esperti di questo settore.

Ma cosa differenzia la tarologia dai tarocchi? Come capire quale tipologia di lettura scegliere? Scopriamolo!

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I Tarocchi: una raccolta di archetipi

Chiunque si sia trovato davanti a un mazzo di Tarocchi, anche solo per curiosità, sa che non si tratta semplicemente di carte illustrate. Sono immagini dense, simboli che sembrano appartenere tanto al presente quanto a un altrove senza tempo. Non è un caso.

I Tarocchi custodiscono un linguaggio antico, fatto di archetipi che parlano direttamente a quella parte della psiche che spesso sfugge al controllo razionale.

Il termine “archetipo” viene da lontano, e ha trovato forma concreta grazie agli studi di Carl Gustav Jung. Il medico svizzero ha individuato nella psiche umana delle strutture originarie, modelli che affondano le radici nell’inconscio collettivo, una dimensione che trascende l’individuo e accomuna tutti gli esseri umani. Gli archetipi non sono semplici immagini o simboli: sono schemi universali che plasmano il modo in cui percepiamo la realtà, i ruoli che interpretiamo, le storie che viviamo.

I Tarocchi, nati tra Medioevo e Rinascimento, sono diventati una sorta di raccolta visuale di questi modelli.

Attraverso figure come il Matto, l’Imperatrice, la Morte o la Torre, prendono forma le fasi più profonde del viaggio interiore. Jung stesso riconobbe il valore simbolico degli Arcani, definendoli “immagini psicologiche” con cui l’inconscio gioca, nel continuo intrecciarsi tra immaginazione e realtà.

È questo il punto di partenza per chi si avvicina alla Tarologia, un percorso che nulla ha a che vedere con la superstizione e molto con l’analisi di sé.

Tarologia: significato

Nel caos lessicale che accompagna il mondo dei Tarocchi, la parola “Tarologia” emerge con un intento preciso: restituire dignità analitica a uno strumento spesso relegato all’ambito delle predizioni da salotto. Il termine nasce dall’unione tra “Taro”, radice che richiama i Tarocchi, e “logìa”, parola che affonda nella tradizione filosofica greca per indicare il pensiero strutturato, la riflessione, lo studio.

Il senso è chiaro: la Tarologia non è un rituale magico, ma un’indagine. Studiare i Tarocchi significa decifrare il patrimonio simbolico che portano con sé, comprenderne le dinamiche psicologiche, dare forma, attraverso le immagini, a quella parte di noi che solitamente resta nascosta sotto il velo delle abitudini e delle convenzioni.

A coniare e sistematizzare il concetto è stato Alejandro Jodorowsky, artista e ricercatore che ha dedicato gran parte della sua vita allo studio del mazzo di Marsiglia, distinguendo nettamente tra l’approccio tarologico e la cartomanzia tradizionale.

Per Jodorowsky, il Tarocco è uno specchio dell’anima, un alleato per chi vuole intraprendere un percorso di consapevolezza, non un oracolo da interrogare per conoscere il futuro.

Differenza tra Tarologia e Cartomanzia

La confusione tra Tarologia e Cartomanzia è comprensibile, ma chi conosce la materia sa quanto sia sostanziale la distanza tra le due pratiche.

La Cartomanzia si muove all’interno di un paradigma divinatorio. Le carte vengono lette come segni predittivi, strumenti per anticipare eventi futuri. Il consultante delega al cartomante la lettura di un destino che sembra già scritto, nel tentativo di decifrare il domani.

La Tarologia ribalta questo schema, non si tratta di prevedere, ma di comprendere. Le carte non parlano del futuro come entità già determinata, ma svelano lo stato presente della psiche, gli archetipi attivi, le dinamiche inconsce che muovono le scelte. Attraverso il simbolo, si fa chiarezza sulle zone d’ombra, si riconoscono i blocchi, si individuano le potenzialità latenti.

Il tarologo non predice, accompagna, in quanto la sua funzione è simile a quella di un terapeuta simbolico, che aiuta il consultante a guardarsi dentro, a fare ordine nei pensieri, a riconoscere gli automatismi e a rendere più consapevoli le decisioni.

Lo scopo della Tarologia è essere un archetipo e ogni carta può riflettere una struttura interiore, un aspetto della nostra narrazione profonda. E proprio in questa dinamica tra simbolo e psiche si sviluppa il valore pratico della disciplina, che diventa uno strumento di conoscenza e trasformazione personale.