I requisiti per esportare negli USA gli alimenti sono stabiliti dalla FDA (Food and Drug Administration). La FDA è l’agenzia del Dipartimento di Sanità del governo americano: richiede che ogni stabilimento estero venga rappresentato in loco da un US Agent FDA (Agente FDA).
Le aziende italiane che producono, confezionano e immagazzinano alimenti, bevande e integratori alimentari intenzionate ad esportare e vendere negli USA sono tenute ad effettuare la registrazione FDA.
Quali sono i requisiti obbligatori per esportare alimenti negli USA e come ottenere la ‘certificazione’ FDA? Per approfondire i requisiti tecnici richiesti da mercato americano puoi trovare importanti approfondimenti utili visitando il sito di Sistemi & Consulenze.
Contenuto dell'articolo
Quali sono i requisiti per esportare negli USA gli alimenti?
I requisiti FDA interessano sia tutti gli attori della catena di distribuzione (produttori, importatori) sia i prodotti alimentari.
I tre principali requisiti per avere la possibilità di esportare prodotti alimentari negli USA sono:
– Registrazione FDA obbligatoria con cui ottenere un numero di registrazione da riportare in tutte le pratiche d’importazione in America (fatture, documenti di comunicazione, prior notice). La registrazione deve essere rinnovata ogni due anni. Ogni struttura deve possedere un UFI (Unique Facility Identifier) che, attualmente, si riferisce ad un numero DUNS (Data Universal Numbering System);
– Nomina dell’Agente FDA, obbligatoria se lo stabilimento di produzione si trova al di fuori degli Stati Uniti. L’Agente FDA ha sede o domicilio negli USA: è una figura di rappresentanza formale, non commerciale, cui si rivolge l’FDA in caso di necessità ed eventuali problematiche;
– Messa a norma FSMA, un pacchetto normativo introdotto recentemente dall’FDA rivolto a tutti gli operatori alimentari per verificare la sicurezza dei prodotti. Si applica ai produttori ed ai processi produttivi ma anche agli importatori che devono verificare la conformità dei prodotti stessi.
La norma FSMA (Food Safety Modernizaton Act) richiede per l’esportazione il Food Safety Plan che consiste nell’adozione di specifiche procedure per garantire la sicurezza alimentare.
Non più basate sul sistema HACCP, ma sul sistema HARPC. I nuovi principi della sicurezza alimentare che tendono ancor di più a spostare il focus sulla prevenzione e non sull’abbattimento dei pericoli.
La norma richiede anche obbligatoriamente anche la considerazione dei rischi provenienti anche dall’adulterazione intenzionale.
Norma FSMA: requisiti dei prodotti
Oltre alla messa a norma FSMA dei produttori, anche per i prodotti alimentari sono stati definiti specifici requisiti.
I processi non sono soggetti all’approvazione preventiva o alla revisione a priori dell’FDA. Quest’ultima si limita a controlli e verifiche in fase di importazione e sdoganamento dei prodotti.
Ecco quali sono i requisiti principali riferiti ai prodotti:
– Revisione dei contenuti dell’etichetta in quanto l’etichetta italiana o di altri Paesi europei non sono a norma FDA. L’etichetta deve essere scritta in inglese. La FDA stabilisce sia cosa scrivere sia come scriverla, quindi contenuti e forma (dimensioni, posizione, ecc.). Gli elementi da riportare sulla parte frontale dell’etichetta sono: nome prodotto, peso netto, ingredienti, allergeni, conservanti e coloranti, claims, informazioni su produttore/distributore/importatore. Per certi prodotti, FDA ha pubblicato uno ‘standard of identity‘ ovvero un nome, una definizione da rispettare;
– Tabella dei valori nutrizionali FDA (Nutrition Facts) con regole precise sia di contenuto sia di forma. Mentre in Italia le tabelle nutrizionali si riferiscono a 100g, negli Stati Uniti i Nutrition Facts vengono calcolati in base alla porzione normalmente consumata di un determinato prodotto;
– Registrazione FCE e procedura SID, un passaggio aggiuntivo che riguarda i prodotti conservati sottovuoto o in scatola a bassa acidità, le conserve, prodotti acidificati artificialmente. Questo particolare controllo è associato al rischio dello sviluppo del botulino. L’azienda interessata, dunque, deve effettuare la registrazione FCE, cui segue l’assegnazione del numero SID;
– Import Permit, ovvero la richiesta di permesso di importazione (un’autorizzazione rilasciata dalla USDA) per tutti gli alimenti che contengono proteine animali (latte, uova, gelati, ecc.) non completamente cotte.
Per l’esportazione negli USA di carni e salumi, c’è da fare un discorso a parte. Si tratta di una categoria problematica: il processo di messa a norma regolamentato da USDA prevede requisiti talmente ‘proibitivi’ e costosi che sono davvero pochissimi i produttori italiani certificati.
I requisiti degli importatori
Quanto sopra riportato deve essere applicato a quelle organizzazioni produttrici che vogliono esportare i propri prodotti nel mercato americano. Le organizzazioni che invece si occupano di attività di vendita e commercializzazione, invece devono avere una ‘sede’ sul territorio americano e rispettare il regolamento FSVP, Foreign Supplier Verification Program.
Questa regola richiede la messa in atto di azioni efficaci per i monitoraggi e qualifica dei fornitori da parte degli importatori sul territorio americano. Quest’ultimi responsabili sul mercato.