Come valutare il rischio in un investimento

By | 6 Dicembre 2018
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Rendimento e rischio vanno a braccetto. E’ ormai noto a tutti coloro i quali pensano ad investire il proprio denaro o lo hanno già fatto, che in ogni tipo di investimento esiste una dose di rischio direttamente proporzionale al rendimento.

Esistono degli investimenti in cui il rischio è puramente teorico, approssimato a zero ma in questi investimenti anche il rendimento è talmente basso da rappresentare uno scarso interesse per l’investitore. Sempre meglio che lasciare il denaro fermo sul conto corrente, che rappresenta oggi una perdita certa, non un rischio, una certezza di perdere denaro.

Se il rendimento può essere in qualche modo determinato anche se in via approssimativa e pure non con la certezza che si realizzi, come si fa a determinare la quantità di rischio? Sappiamo determinare una tendenza, questo sì, sappiamo molto bene che ad un maggiore rendimento atteso dall’investimento corrisponde un altrettanto maggiore rischio ma di quanto: sei in grado di determinare rendimento e rischio? Una domanda, come si dice, da un milione di dollari.

Il rischio è un fattore intrinseco ad ogni investimento, quindi non evitabile e in quanto tale non essendo eliminabile, occorre imparare a gestirlo. Chi investe deve comprendere che il rischio non ha soltanto una valenza negativa ma rappresenta concettualmente anche un’opportunità: senza una dose di rischio, infatti non vi è neppure un’opportunità di guadagno, tutto sta a saperlo dosare per ottenere un vantaggio probabile.

Il rischio, in definitiva altro non è che l’incertezza rispetto al valore futuro di un Titolo su cui si intende investire e si misura attraverso la sua volatilità, ovvero le oscillazioni entro cui il titolo varia solitamente. Quando una persona decide di investire il proprio denaro, si deve valutare la propensione al rischio della persona per decidere il tipo di investimento da realizzare.

La propensione al rischio è la capacità o la disponibilità dell’investitore di tollerare le oscillazioni dell’investimento nel tempo, quanto maggiore è la propensione, tanto maggiore è la tolleranza agli alti e bassi che si vanno realizzando.

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La determinazione del rischio

Il rischio o meglio la sua entità, è legato anche al tipo di investimento che realizzi: se investi in azioni di un’impresa il rischio è legato all’incertezza dell’andamento della sua quotazione nel tempo e alla capacità dell’emittente di incrementare i profitti e pagare i dividendi mentre se investi in obbligazioni il rischio si lega alla possibilità che l’impresa fallisca o che comunque perda la capacità di ripagare a scadenza capitale e interessi.

Il rendimento di un investimento si calcola a partire dal valore al momento in cui l’investimento si realizza e in riferimento al valore assunto dall’oggetto dell’investimento alla data di termine dell’investimento stesso; ad esempio, se inviati 15 Euro su un titolo e al termine dell’investimento vendi lo stesso titolo a 20 euro, avrai realizzato 5 Euro di rendimento che, rapportato ai 15 euro investiti, rappresenta un terzo, il 33%.

La valutazione del rendimento va però, rapportata anche all’inflazione, ossia alla perdita del potere d’acquisto che si è realizzata nel frattempo e all’orizzonte temporale: se il rendimento si è realizzato in dieci anni, avrai realizzato il 3,33%  annuo, se lo hai realizzato in due anni sei a poco meno del 17% annuo, due risultati ben diversi nella valutazione.

L’interesse, il rendimento, è, di fatto, la remunerazione del rischio che hai sopportato nel corso dell’investimento, quindi tanto maggiore è il rendimento atteso, tanto maggiore è il rischio collegato, peraltro nessuno regala soldi, non credi?

In definitiva, valuta attentamente i potenziali rendimenti di un investimenti anche in considerazione dell’inflazione, soprattutto negli investimenti di lungo termine, quindi comprendi il rischio in base ai rendimenti prospettati, sempre con il concetto che sono direttamente proporzionali e infine diffida di chi ti propone investimenti a rischio zero che non esistono, ancora di più se al contrario ti vengono prospettati rendimenti elevati.

Che consigli vogliamo lasciare agli investitori

  • valutare il rischio dell’investimento in modo oggettivo, evitando di includere percezioni dettate da fattori di tipo soggettivo.
  • definire un grado personale di “tolleranza al rischio”, inteso semplicemente come la capacità che mostriamo nel tollerare le oscillazioni di mercato.
  • tenere conto degli attuali tassi di inflazione e dei tassi sui titoli “risk free”, poiché un rischio aggiuntivo è accettabile solo se capace di offrire rendimenti potenzialmente più alti.
  • diffidate dalle offerte di strumenti finanziari che promettono rischio zero, perché semplicemente non esistono.

Se riuscissimo a valutare la relazione tra rischio e rendimento in modo più corretto, saremmo anche in grado di comprendere più concretamente che tipo di investimento si adatta meglio alle nostre preferenze e alle nostre esigenze finanziarie.

Ad esempio, gli investitori che si trovano in giovane età, avendo a disposizione un orizzonte d’investimento più lungo, si possono trovare nelle condizioni di riuscire a tollerare maggiori rischi per conseguire rendimenti più elevati nel tempo. Invece, chi si trova invece vicino all’età di pensionamento, può assumere un profilo meno rischioso al fine di preservare il valore del proprio investimento.